I disturbi del linguaggio sono molto frequenti nei pazienti con malattia di Parkinson. Si stima che le difficoltà di parola insorgano in circa la metà dei pazienti affetti, mentre l’altra metà, anche dopo molti anni dall’esordio della malattia, può non incontrare tale problema. Le modificazioni che investono la comunicazione possono sfociare nella tendenza a stare soli, che può portare all’isolamento sociale. Alcuni pazienti descrivono le difficoltà di linguaggio come il sintomo parkinsoniano più debilitante in quanto rende incapaci di comunicare efficacemente e in alcuni casi si ripercuote sulle opportunità lavorative. Anche la deglutizione può essere compromessa nel Parkinson e tuttavia non essere necessariamente associata ai disturbi della parola.  

Nella malattia di Parkinson i disturbi del linguaggio sono da riferire soprattutto ad un’alterazione dell’attività motoria di quei meccanismi altamente specializzati che coinvolgono alcuni muscoli che controllano la respirazione, l’emissione della voce, l’articolazione cioè la pronuncia, la prosodia cioè il ritmo l’intonazione e la velocità dell’eloquio.

Sintomi che si possono manifestare in conseguenza di questa alterazione sono i seguenti:

  • Indebolimento del volume della voce
  • Affievolimento del volume della voce dall’inizio alla fine della frase
  • Voce monotona, che manca di espressività
  • Modificazioni nella qualità della voce, che risulta tremula, fievole o più acuta, stridente
  • Esitazioni involontarie: difficoltà a iniziare a parlare
  • Articolazione indistinta
  • Eccessiva velocità: le sillabe e le parole si ammassano, si sovrappongono, scorrono senza pausa, in particolare nelle parole verso la fine della frase
  • Ripetizioni incontrollate e involontarie di parole frasi, periodi
  • Variazioni e fluttuazioni nel grado di severità delle difficoltà sopra menzionate.

Attualmente la figura del logopedista nel trattamento delle difficoltà di parola nella malattia di Parkinson è sempre più diffusa acquistato nel tempo sempre maggiore competenze.

Il trattamento dei disturbi della parola e del linguaggio in questi pazienti, prevede diverse tipologie di approccio  e sono molti gli esercizi che possono essere proposti: esercizi per aumentare il tono di voce, esercizi respiratori, posturali, esercizi per migliorare l’intonazione e l’enfasi del discorso, per migliorare i movimenti della lingua e della mandibola, per migliorare i movimenti facciali, per reperire più facilmente le parole da usare. Una parte importante del trattamento viene rivestito dai protocolli di esercizi da svolgere autonomamente a casa propria e dall’utilizzo del feedback uditivo dato dalla registrazione in particolare per il lavoro sul volume della propria voce, infatti molti pazienti non si accorgono che la loro voce si sta affievolendo finché non l’ascoltano da una fonte esterna

Molti studi sono stati portati avanti sull’efficacia del trattamento logopedico, La maggior parte dei quali indica che i pazienti che eseguono gli esercizi di riabilitazione della parola presentano un sensibile miglioramento del linguaggio, che risulta più comprensibile, e tali benefici sembrano durare per almeno sei mesi dalla fine della terapia.

Una metodica riabilitativa logopedica In particolare sembra capace di migliorare sensibilmente gli aspetti comunicativi verbali compromessi nel malato  parkinsoniano : si tratta del metodo LSVT , Lee Silverman voice treatment.

Tale tecnica consiste in un trattamento intensivo mirato all’aumento dell’intensità vocale cioè del volume, mediante l’incremento della pressione dell’aria a livello della glottide che produce una migliore vibrazione delle corde vocali. Il principio su cui si basa è espresso dal motto: pensa ad alta voce, pensa di urlare! Questo sforzo fonatorie inoltre incrementa il tono dei muscoli della laringe e la frequenza della voce, inoltre ha ripercussioni positive sulla deglutizione e la mimica facciale. Aumentare il volume della voce migliora la raucedine e il tremore e questo determina un aumento della chiarezza dell’eloquio.

Gli esercizi e l’allenamento aiutano poi a trasferire i risultati nella produzione verbale spontanea quotidiana facendole mantenere paziente per tempi gradualmente sempre più lunghi.

Stefano Pizzamiglio – Logopedista