La logopedia si occupa di tutti gli aspetti del linguaggio, dal suo sviluppo, alla comunicazione, all’articolazione dei fonemi, agli apprendimenti scolastici, alla deglutizione e alla voce.
Se il genitore o l’insegnante o il pediatra dovessero rendersi conto di una anomalia nelle tappe di sviluppo del linguaggio ci sarà l’indicazione per una valutazione logopedica.
Il logopedista effettua un primo colloquio con i genitori per compilare un’accurata anamnesi e per chiarire preoccupazioni, richieste e perplessità.
Successivamente un’osservazione del bambino o dell’adolescente attraverso situazioni di gioco più o meno strutturato ed eventualmente attraverso la somministrazione di test specifici, permette di valutare le problematiche.
Sarà poi il logopedista a suggerire e ad integrare la valutazione con altri specialisti ( NPI / NPM/ PSI /OTORINI) prima di iniziare la terapia.

LATE TALKER

Esistono alcuni criteri da tenere in considerazione per poter identificare un bambino “late talker” (parlatore tardivo).

Lo sviluppo del linguaggio prevede delle tappe fondamentali ma ogni bambino è unico e può presentare una certa variabilità nell’acquisizione di queste ultime. Possiamo parlare di ritardo di linguaggio quando:

  • a diciotto mesi il vocabolario del bambino è <15 parole
  • intorno ai ventiquattro mesi è <50 parole
  • a trenta mesi non ha sviluppato l’abilità di combinare due parole per la formazione delle prime piccole frasi.

La maggior parte di questi bambini entro i 36 mesi raggiugono competenze adeguate e vengono definiti “Late Bloomers” (bambini che sbocciano in ritardo).

Dopo i tre anni, il bambino dovrebbe possedere capacità linguistiche espressive, ricche di vocaboli (circa 1000 parole), che gli permettano di formulare delle frasi complete grazie alla padronanza di elementi grammaticali e sintattici e comprendere adeguatamente frasi che si riferiscono ad oggetti e situazioni astratte.

DSL

Il disturbo specifico del linguaggio è specifico quando non è riconducibile a deficit cognitivi, neurologici, sensoriali o a fattori socio-ambientali nel qual caso parleremo di disturbi secondari del linguaggio. Dal punto di vista espressivo può  presentare:

  • difficoltà di articolazione del linguaggio
  • una produzione limitata di parole
  • una struttura frasale poco fluida
  • difficoltà di comprensione del linguaggio verbale.

Questi disturbi possono presentarsi in modo isolato o combinato inficiando sia il versante espressivo, sia recettivo.

Balbuzie

La balbuzie è un disturbo del linguaggio caratterizzato da alterazioni del ritmo della parola, dette disfluenze. Il linguaggio diventa meno fluente a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti involontari di un suono. Ne soffre circa il 3% dei bambini in età prescolare, in prevalenza maschi (quattro rispetto a una femmina).

Al di sotto dei 5 anni può essere fisiologica, il bambino non riesce a parlare alla velocità del pensiero.

In questo caso il bambino si ferma e si ripete, perché trova difficile esprimere il suo pensiero. Il bambino balbuziente si arresta perché non riesce a produrre il fonema.

Sordità nel bambino

La sordità è il difetto sensoriale più diffuso nella popolazione umana. Per un recupero pressoché completo del bambino sordo ed il suo inserimento in una vita sociale e relazionale normale sono necessari, entro i primi 6-12 mesi di vita, principalmente tre fattori: diagnosi precoce, tempestiva protesizzazione, intervento protesico-riabilitavo.

Il dubbio si pone se il bambino non si gira quando chiamato, non si accorge se qualcuno parla al di fuori del suo campo visivo e presenta un ritardo nello sviluppo del linguaggio.

Una diagnosi effettuata con ritardo compromette e riduce i risultati di recupero del bambino.

Ipertrofia Adenoidea

Si parla di ipertrofia adenoidea quando si verifica una crescita del tessuto adenoideo generalmente presente nel rinofaringe di bambini e adolescenti.

Le adenoidi, infettandosi, aumentano di volume determinando una sintomatologia caratterizzata da voce nasale, respirazione orale (facies adenoidea) e spesso rumorosa, russamento, muco dal naso o nella gola, otiti e sinusiti ricorrenti.
Un abbassamento della soglia uditiva può portare a disturbi del linguaggio nel bambino.

Ritardo Cognitivo

Il ritardo cognitivo è un deficit dello sviluppo delle funzioni cognitive con esordio in età evolutiva.
Il bambino con ritardo cognitivo ha un funzionamento intellettivo significativamente sotto la media, ha difficoltà di adattamento all’ambiente con ripercussioni nella attività di vita quotidiana, nelle abilità comunicative – relazionali (ragionamento astratto, vocabolario, pianificazione linguistica) e nel percorso scolastico

Sindrome di Down

La sindrome di Down si manifesta per un’anomalia del cromosoma 21 (trisomia 21).

Può essere definita come una sindrome congenita ed è di solito associata ad un ritardo delle abilità cognitive e della crescita fisica della persona. Numerose le caratteristiche fisiche del bambino con Sindrome di Down:  il peso, l’altezza alla nascita, la particolare forma del cranio, del viso, delle mani, l’attaccatura dei capelli e la voce. Il grado di insufficienza mentale è molto vario. Generalmente la comprensione verbale risulta buona, mentre si evidenziano difficoltà nell’espressione verbale sia per difficoltà di rappresentazione mentale delle parole, che per difficoltà legate all’apparato fono-articolatorio.
Il linguaggio è spesso poco intelligibile; questo è dovuto principalmente ad ipotonia dei muscoli del distretto oro – facciale e macroglossia.

Disturbo Specifico di Apprendimento

Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), causa principale di difficoltà scolastiche, si manifestano con difficoltà nelle abilità di letto-scrittura e di calcolo.

  • Dislessia (compromette la rapidità e/o la correttezza di lettura e può inficiare anche la comprensione del testo)
  • Disortografia (difficoltà ortografiche),
  • Disgrafia (alterazione e fatica nel gesto grafico)
  • Discalculia (difficoltà nei calcoli a mente, recupero delle tabelline)

Spesso questi disturbi sono correlati tra loro.

Quando parliamo di DSA parliamo di sviluppo atipico e non di patologia, in quanto il soggetto presenta intelligenza e capacità cognitive, a volte, superiori alla media.

Dislessia

Dislessia, disturbo specifico della lettura, difficoltà o incapacità del soggetto colpito di leggere in maniera rapida e corretta e di comprendere ciò che legge rispetto a quanto ci si aspetterebbe per età anagrafica, classe frequentata ed istruzione ricevuta.

Il soggetto può avere difficoltà a:

  • discriminare grafemi diversamente orientati nello spazio (p – b, d – q, u – n)
  • discriminare grafemi che si differenziano per un particolare (m – n, e – a)
  • discriminare grafemi che differiscono per il tratto sordo – sonoro (p – b, f – v, c – g)

È possibile trovare inoltre omissione di grafemi e sillabe, inversioni di sillabe ecc.

Disortografia

Disortografia, disturbo specifico della scrittura. Difficoltà da parte di un soggetto di scrivere rappresentando correttamente i suoni e le parole. Difficoltà di transcodifica del linguaggio orale in linguaggio scritto che si manifesta con errori fonologici e non fonologici.

È possibile trovare errori sistematici che consistono in scambio tra fonemi simili (f-v, t-d, p-b, c-g), omissioni di lettere (soprattutto nelle parole con le doppie), separazioni di parole (insieme- in sieme).

Disgrafia

Fa riferimento ai controlli degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione. Si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura.

Discalculia

Discalculia, la difficoltà da parte di un soggetto di codificare un numero o eseguire calcoli.
È un disturbo specifico dell’apprendimento. Il soggetto presenta difficoltà di calcolo a mente, difficoltà nelle sequenze numeriche, difficoltà a capire il senso dei numeri, difficoltà nelle tabelline e a scegliere un’operazione nella risoluzione di un problema

Disfonia Infantile

Nella disfonia infantile troviamo un’alterazione a livello qualitativo e quantitativo della voce del bambino dovuto di solito a modelli vocali scorretti che portano il bambino ad abusarne.
La voce acquisirà un timbro rauco e graffiante, il bambino presenterà un’evidente tensione muscolare, mancanza di fiato ed affaticamento vocale. Questo potrà determinare nel tempo la comparsa di lesioni organiche secondarie sulle corde vocali (noduli, polipi, edemi)